GAS Lucca Mattaccio

INTERGAS TOSCANA

Viareggio 7 febbraio 2010

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  1. Il poeta
     
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    Verbale incontro Intergas di domenica 7 febbraio a Viareggio.

    . L’obiettivo principale che ci diamo attraverso l’incontro di oggi è quello di definire i termini di una possibile rappresentanza dei GAS. L’altro argomento che vogliamo affrontare attraverso questa riunione è quello del rapporto con le istituzioni. A questo proposito, interviene subito Angelo Malcontenti, funzionario della Regione Toscana, ufficio protezione consumatori ( oltre che membro di un GAS fiorentino ). Angelo riferisce che il suo ufficio sta cercando di aprire un approccio nuovo al consumerismo perché quello attuale ( denunce, rimborsi etc. ) è arrivato al capolinea; in questa ottica il loro ufficio ( che al momento si occupa sostanzialmente di finanziare le associazioni di tutela dei consumatori ) è interessato a creare un canale di relazione con i GAS. Fino ad oggi di questo si era occupato lui, ma adesso la dirigente ha dichiarato di voler incontrare ufficialmente i GAS.

    A questo punto si decide di dividere la giornata in due momenti separati in cui i vari partecipanti dovranno esprimersi sui seguenti due argomenti: 1) sentiamo il bisogno di una rappresentanza per i GAS della Toscana ? 2) quale rapporto vorremmo con le istituzioni locali ?

    Nello svilupparsi della riunione, in realtà, i due argomenti sono stati mescolati e quindi nel presente verbale non sono affrontati separatamente.

    -GAS Prato Nord. In teoria tutti siamo d’accordo sulla linea della Retegas, in pratica ogni gruppo fa quello che vuole.

    -Antonio Versilia. I Gas tendono a pensarsi come una rete e questo entra in conflitto con l’idea di una rappresentanza. La Rete Lilliput aveva trovato la soluzione dei gruppi di lavoro, cioè lavorando su progetti specifici; anche noi potremmo pensare ad una rappresentanza per progetto.

    -Renato Lucca. Se vogliamo pensare ad una rappresentanza non possiamo più sfuggire ad alcune domande che ci costringano a chiarire le nostre identità: i nostri gruppi hanno la stessa idea di cosa significhi far parte di un Gas? Ad esempio 1) pensiamo che i Gas siano semplicemente una diversa maniera di distribuire le merci o piuttosto un tassello per la costruzione di un modello alternativo al sistema attuale in cui le risposte sono principalmente collettive e non individuali ? 2) Prodotti migliori per l’uomo e per l’ambiente sono un obiettivo o uno strumento per avviare un processo di partecipazione delle persone al proprio quotidiano ? 3) Il rapporto tra gruppi serve soltanto a scambiare informazioni su prodotti e produttori o per condividere e confrontare un progetto più ampio ? Le risposte a queste domande non sono così scontate per una grande maggioranza degli appartenenti ai vari GAS.

    -Ada Pisa. La fase di crescita dei GAS ne ha diluito molto l’identità, molti dei nuovi aderenti non riconoscono nemmeno i principi di base. Anch’io penso che dovremmo affrontare queste domande. Poi i membri dei Gas rifuggono da un ruolo politico, nel mio territorio l’unica interazione che vedo possibile è con entità strettamente locali, non con un soggetto come la Regione.

    -Paolo ( Chianti ) Ogni Gas ha il diritto di approcciarsi alle nostre tematiche come vuole. Non vedo la necessità di una rappresentanza e di un dialogo con le istituzioni. Oltretutto non c’è cittadino che ha fatto volontariato che non si sia sentito bruciato dal rapporto con le istituzioni

    -Fiorenza Grosseto. Io, a differenza della maggior parte di voi, ho ricevuto l’incarico da parte del mio GAS per rappresentarlo in questo incontro; quindi, in qualche maniera, noi abbiamo affrontato, seppur parzialmente, il problema della rappresentanza. Credo che sia importante cercare un confronto con la Regione Toscana. Una rappresentanza, un confronto tra Gas, un incontro con le istituzioni regionali può aiutare soprattutto i piccoli GAS come il mio a non sentirsi soli.

    -Enrico Versilia. E’ vero che alla maggior parte dei gasisti il Gas va bene così com’è, però dovremmo sforzarci di capire quali sono i nostri obiettivi. La maniera di operare attuale non ci muove verso un cambiamento sostanziale, al massimo ci sposta un po’ verso la Green Economy e ci pulisce la coscienza. Dobbiamo distinguere il Gas di quelli che sono interessati soltanto al consumo personale da quello di chi cerca un confronto con le realtà circostanti. Poi non è detto che un confronto con le istituzioni ci costringa a sconvolgerci; tra l’altro i GAS potrebbero anche rimanere gruppi informali ed usufruire egualmente di sostegni specifici.

    -Paolo Massa. E’ vero che c’è una perdita di identità ed è vero che è stata provocata dai Gas stessi. La perdita di identità può condizionare i nostri rapporti con la Regione ? Il fatto è che in mancanza di un nostro coinvolgimento diretto, un’eventuale legge regionale che affronta temi vicini a quelli che ci stanno a cuore, può essere scritta egualmente e può essere scritta male dalla Regione in maniera autonoma o entrando in relazioni con qualcun altro. Per me una legge regionale è indispensabile, quindi è indispensabile anche definire una nostra rappresentanza. Vedo l’esigenza di costituire un gruppo di lavoro che si interfacci con la Regione.

    -Marco Val di Nievole. Il nostro Gas è costituito da circa 100 persone. Anche nel nostro gruppo coesistono 2 tipologie di gasista: chi fa acquisti e chi vuole attivare un cambiamento sociale. Queste 2 anime non sono necessariamente in contrasto, ma c’è bisogno di una struttura per confrontarci e poi per rappresentarci. Il rapporto con la Regione, poi, mi sembra un’opportunità.

    -Giulio Massa Marittima. C’è una crisi di rappresentanza a tutti i livelli ( politica, sindacale etc. ) non è solo un problema dei GAS. Dovremmo cercare un confronto all’esterno del nostro mondo specifico ed attivare sistemi di partecipazione nuovi in grado di coinvolgere e stimolare il dialogo.

    -GAS Vezza. I GAS richiedono un coinvolgimento personale profondo e questo ne spiega il successo. E’ vero che ci sono gasisti diversi tra loro, mi piace descriverli con la metafora della mongolfiera. Il Gas è come una mongolfiera che ci porta verso un mondo diverso e a bordo ci sono passeggeri che si preoccupano sostanzialmente soltanto del proprio viaggio, mentre altri sono intenti ad osservare quello che, nel frattempo, avviene a terra. Un’altra cosa che vorrei aggiungere è che se diventiamo più importanti, prima o poi, ci spareranno addosso.

    -Ludovico Borgo a Buggiano. E’ importante avere un rapporto con la Regione. Dobbiamo esserci per ascoltare e dialogare

    -Patrizia GAS Mattaccio. Interloquire è un’opportunità. Per farlo c’è bisogno sia di strumenti formali che di strumenti nuovi. Attenzione perché anche mezzi innovativi ( come il town meeting o altri strumenti “partecipativi”) possono essere strumentalizzati, pilotati. Cerchiamo di non ripercorrere le strade delle istituzioni, cerchiamo una partecipazione reale e non formale. Propongo di far diventare il nostro un gruppo di facilitatori in grado di dialogare tra di noi e con altri gruppi locali. La responsabilità è quello che può far funzionare il gruppo.

    -Ada Pisa. Condivido la necessità di individuare strumenti nuovi e sottolineo che dobbiamo porre la massima attenzione alle strumentalizzazioni. Inoltre non vorrei che vedessimo il rapporto con la Regione come una maniera per ricevere finanziamenti.

    -Paolo Chianti. Va bene la costituzione di un gruppo di studio, ma i GAS devono rimanere autonomi.

    -Pistoia. Stiamo cercando di costruire un coordinamento provinciale. Anche all’interno dei nostri gruppi, molte persone vedono il Gas soltanto come una maniera diversa per fare la spesa

    -Paolo Massa. Il quotidiano dei GAS può essere portato avanti senza necessità di risorse o supporti esterni, ma se pensiamo a progetti più ambiziosi che implichino rapporti con altre realtà, c’è bisogno di soldi e di persone pagate. Noi a Massa abbiamo vinto un progetto all’interno del Bilancio Partecipativo.

    -Angelo. Costituirsi come associazione rappresenta una soluzione che ci consente di far sentire la nostra voce in determinate situazioni

    -GAS Vezza. Dobbiamo dire esplicitamente di cosa abbiamo bisogno; se non c’è bisogno di niente allora non serve nemmeno una rappresentanza



    A questo punto si decide di stringere ed arrivare ad una conclusione su questi punti: 1) Quale vorremmo che fosse il nostro progetto di GAS e di Intergas ? 2) C’è bisogno di rappresentanti ?

    -Massa . Sì c’è bisogno di rappresentanza per captare le esigenze del territorio e portarle ad un livello superiore. Per questo c’è bisogno anche di risorse. Dovremmo cercare di strutturarci a partire dalle esigenze del territorio

    -Prato nord. E’importante far sì che il nostro GAS possa entrare a far parte di un movimento più ampio. Sono per una rappresentanza perché soltanto così potremo riuscire a far sentire la nostra voce

    -Borgo a Buggiano. L’obiettivo principale è poterci confrontare e definire i tratti della nostra identità. La rappresentanza può garantirci l’autonomia rispetto a tutto quello che ci si muove intorno.

    -Chianti. Sono soddisfatto di questa riunione e non vorrei che anche questa iniziativa venisse bruciata. Non definiamoci rappresentanti dei nostri GAS, ma membri dei GAS che discutono su questi argomenti.

    -Ada Pisa. Non sono contraria ad una rappresentanza ma non la vedo in funzione di un rapporto con la Regione. La rappresentanza è importante per altre attività che possiamo far insieme, non per interloquire con le istituzioni.

    -Brunella Lucca. Se ho preso in considerazione la possibilità di una rappresentanza è perché vedo una deriva pericolosa all’interno del mondo dei GAS. Questa deriva è dovuta al fatto che non facendo politica ma consumo, provochiamo un aumento delle persone che sono interessate soltanto agli acquisti. La rappresentanza mi interessa come antidoto a questa deriva. Voglio aggiungere, rispondendo a una sollecitazione di prima, che, purtroppo, oggi non c’è più il rischio che ci sparino. Magari ci sparassero; oggi ci rendono innocui assimilandoci.

    -Patrizia Mattaccio. Sono favorevole alla rappresentanza. Questo gruppo può lavorare su ambiti locali e favorire la crescita di un movimento.

    -Antonio Versilia. Cambierei la parola rappresentanza con relazione; non dobbiamo nominare persone ma tessere relazioni. Questo è un punto importante su cui dovremo continuare a lavorare insieme.

    -Borgo a Buggiano. Sono favorevole alla rappresentanza; ma adesso si tratta di definire chi e come.

    -Grosseto. Non è vero che un GAS da solo può vivere; c’è bisogno di un livello più alto e per questo è necessaria una rappresentanza. E’ folle lasciare scrivere ad altri, esterni al nostro mondo, il libretto che descrive cosa sono i GAS.

    -Piombino. Attenzione, mi sembra che ci sfugga l’obiettivo. Ragionare insieme su obiettivi “grandi” può aiutarci a superare piccole divergenze specifiche

    -GAS Vezza. La nostra vita di Gasisti si interseca con una quantità di problemi legati alla quotidianità di tutti; questo ci richiede un intervento in prima persona. Dobbiamo e vogliamo esserci quando scrivono le leggi.

    -Angelo . Sono favorevole a cercare una rappresentanza e disposto a cercare nuovi metodi. Parliamone.

    -Pistoia. Sono favorevole ad una rappresentanza, ma questa non deve portare pregiudizio all’autonomia.

    -Eticamente Scandicci. I GAS dovrebbero cercare di divulgare il proprio messaggio attraverso iniziative concrete piuttosto che con spiegazioni verbali. Sento il bisogno di una struttura di raccordo trai vari GAS. Tra l’altro questa struttura potrebbe farsi carico di portare avanti progetti comuni. Abbiamo un progetto di produzione di maglieria in fibra di bambù di cui vorrei parlare.

    -Renato Lucca. Ritengo importante che i GAS cerchino di andare oltre la loro quotidianità; ritengo importante un confronto per cercare una sintesi che, naturalmente, può lasciare margini di autonomia alle diverse realtà, ma non può ignorare i principi che hanno portato alla creazione dei GAS stessi. Per questi motivi sono favorevole alla ricerca di forme di rappresentanza. Per evitare di “istituzionalizzarci” potremmo pensare ad una rotazione periodica. Per me il rapporto con le istituzioni non è uno degli obiettivi principali, ma sono favorevole a cercare un confronto.

    -Enrico Viareggio. Sento la necessità di una rappresentanza perché i temi forti latitano all’interno del mondo dei GAS e sarebbe importante che esistesse una struttura che se ne facesse carico; i GAS possono essere motore di cambiamento per la società ma per far questo c’è bisogno di una rappresentanza. Sono favorevole anche ad un confronto con le istituzioni

    -Giulio Massa Marittima. Credo che sia importante trovare un rapporto più stretto con le istituzioni. Credo anche, però, che la rappresentanza snaturi la forma a rete tipica dei GAS.

    -Angelo. Capisco questa posizione, ma le istituzioni devono avere rappresentanti con cui potersi sedere intorno ad un tavolo

    CONCLUSIONI. Visto che l’esigenza di lavorare intorno a forme di rappresentanza sembra sentita da una grande maggioranza dei presenti, abbiamo deciso di continuare ad approfondire questo argomento cercando anche forme nuove adatte alle caratteristiche dei GAS. Per far questo, entro il prossimo incontro Intergas, dovremo riportare questa problematica all’interno dei nostri singoli GAS e dovremo tornare con un “incarico di rappresentanza” da parte dei GAS stessi. Naturalmente questo incarico potrà essere esteso anche ad altri membri . In questo periodo dovremo anche cercare di stimolare nei diversi GAS una riflessione sulle relazioni dei GAS con le realtà esterne. Per dirla in maniera più semplice, alla prossima riunione dovremo tornare con una risposta alle seguenti domande: Il mio GAS vuole attivarsi per cercare relazioni con le realtà circostanti ( istituzionali e non ) ? Con chi ? In quale maniera ?

    La prossima riunione di INTERGAS TOSCANA sarà organizzata dal gruppo di Borgo a Buggiano e si terrà a metà maggio ( non mi ricordo la data esatta )

    Ciao e a presto

    Renato


     
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